Critiche

"VISIONI" a Milano

Alessandra Tonizzo


Il   cielo della notte specchia le sue ombre orbe sui testimoni,sui   superstiti. «Visioni», e fisiognomici dettagli in acciaio,iuta,   ruggine.Dieci anni di sogni le hanno guidato la mano entro spazi gonfi,   ampissimi raggi di gomito, pose stirate. CleliaAdami (Brescia, 1983)   porta tutto a Milano, riadattando lo spazio della Galleria Arcadia fino  a  strozzarlo con baconiana esal(t)azione, fino al 12maggio.

«Una  pittura che senza perdere la realtà delmondosi offre liberata  dalla  necessità narrativa», spiega Mauro Corradini, curatore della  personale;  «emergono il segno e il gesto impulsivo fino al limite di  spingersi ad  una soglia per negare le misure, per fare aggallare  un’immagine,  caratterizzata dalla forza espansiva della materia stessa,  legata forse  all’inconscio. Che si svela senza lasciarsi leggere fino  in fondo».

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LE FIGURE DI CLELIA ADAMI

Mauro Corradini


In un testo recente, dedicato alla figura di Amleto, il poeta Yves Bonnefoy racconta di un attore-regista che guida un gruppo di spettatori che visitano Elsinore; l’attore-regista pensa mentalmente alla grande tragedia che dovrà recitare di lì a poco, tragedia di cui “ricorda la lucidità e nel contempo la misura”.Nel racconto del grande poeta, l’analisi trascorre dall’episodio al testo shakespeariano, in cui, oltre la scrittura, definita nel momento della creazione dell’opera, si evidenzia il processo creativo: oltre la parola, la tragedia racchiude “in sé tutta una parte ignota e inconoscibile, un inconscio”.

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L’INQUIETUDINE DEI NUMERI DISPARI, tutte le sfumature del turbamento

Luca Cantore


Quando lo scrittore Paolo Giordano, nel 2008, dava vita al suo celebre romanzo, intitolato

La  solitudine dei numeri primi, probabilmente sapeva sin da principio di  aver scritto una cosa tanto forte e roboante per il nostro presente.  Allo stesso tempo, però, forse, egli stesso, non sapeva di aver creato  una cosa ancor più forte e trasversale della stessa storia, da lui  descritta e messa in opera nel libro. 

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LO SGUARDO è FEMMINA: CLELIA ADAMI

Federica Gennari


Il femminile è corpo e materia. Donna è forma, espressione, movimento, seduzione fisica e intellettuale. Donna è sguardo: forte, intenso, penetrante, ma spesso impietoso verso quell'interiorità incapace di celarsi. Occhi magnetici ed eloquenti, sentimenti lasciati decifrare, traditi da emozioni troppo ingombranti e sconvolgenti. Questa trama emotiva, abbandonata al linguaggio facciale e mimico, appare riflessa negli sguardi della pittura di Clelia Adami, (Brescia, 15 ottobre 1983).


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Volti, occhi, sguardi.

Paolo Sacchini


«O, I could weep my spirit from mine eyes!»

William Shakespeare

L’occhio è davvero il più prezioso fra gli organi del senso, e il suo dominio sugli altri ha permesso all’intelletto umano di dar vita alla civiltà. Vedere significa prendere coscienza dell’ambiente: equivale a “sapere”, possedere il mondo, dominarlo: è “potere”, agire sul mondo non solo con le mani, ma anche con l’anima.

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